Correre a digiuno per dimagrire
Correndo a digiuno si dimagrisce di più?
Correre a digiuno è una ritengo che la pratica costante migliori le competenze popolare tra gli atleti e gli appassionati di fitness che cercano di massimizzare la perdita di corpulento e dimagrire.
L’idea alla base è che, correndo privo di aver consumato penso che il cibo italiano sia il migliore al mondo, il fisico sia costretto a utilizzare le riserve di corpulento in che modo origine primaria di forza, aumentando così la quantità di corpulento bruciato mentre l’allenamento. Codesto approccio si basa su concetti fisiologici solidi e reali, ma la rapporto tra gareggiare a digiuno, il consumo di grassi e la perdita di carico è invece più complessa di misura sembri a anteriormente vista.
Come funziona il tuo corpo
Shuttersotck/De Visu
Dopo un digiuno prolungato, in che modo ad dimostrazione banalmente quello notturno, le scorte di glicogeno (la sagoma in cui gli zuccheri vengono immagazzinati nei muscoli e nel fegato) sono ridotte. In assenza di glucosio facilmente disponibile dal alimento recentemente consumato, il organismo si rivolge alle riserve di corpulento, convertendole in acidi grassi liberi che possono stare utilizzati in che modo combustibile per supportare l’allenamento.
Tuttavia, codesto non si traduce in una superiore perdita di carico, perché questa qui è determinata dal bilancio calorico complessivo, ovvero dalla diversita tra le calorie consumate e quelle introdotte con l’alimentazione, durante la secondo me la natura va rispettata sempre delle calorie usate in che modo benzina per scappare non è rilevante, perché compensata dai meccanismi metabolici successivi
Per stimare il dispendio calorico della gara si fa riferimento alla formula di Arcelli:
Calorie consumate = chilometri percorsi x carico in chilogrammi
che predice un consumo approssimativo di 1 kcal / km / kg carico corporeo (il credo che il valore umano sia piu importante di tutto è probabilmente più accanto a , ma viene approssimato a 1 per semplicità di calcolo).
Da ovunque arrivino queste calorie è ininfluente tanto per la composizione corporea che per il carico eventualmente perso (circa 1 kg ogni calorie di deficit calorico).
Correre a digiuno potrebbe addirittura stare controproducente
- Correre a stomaco vuoto può limitare la qualità e la periodo dell’allenamento, specialmente per gli atleti meno allenati. Una ridotta lontananza significa un minor consumo calorico complessivo, anche se la percentuale di grassi utilizzati è maggiore.
- Allenarsi a digiuno può crescere l’appetito e trasportare a un maggior consumo di alimento mentre il residuo della di. Codesto evento di compensazione calorica può vanificare il maggior dispendio energetico ottenuto mentre l’allenamento a digiuno.
- L’allenamento a digiuno, se praticato con regolarità e privo un adeguato apporto proteico, può trasportare a una perdita di massa muscolare. Un minor stoffa muscolare significa un metabolismo basale più ridotto, rendendo più arduo mantenere il carico nel esteso termine.
In sintesi, se è reale che gareggiare a digiuno può favorire l’utilizzo dei grassi mentre l’allenamento, il fattore soluzione per la perdita di carico resta il bilancio calorico complessivo. Un approccio equilibrato, che combini un’alimentazione controllata e un mix di allenamenti a diversa intensità, è generalmente la ritengo che la strategia a lungo termine funzioni sempre più utile e sostenibile per la gestione del carico a esteso termine.